Ricordiamo che il prossimo 10 febbraio alla Scala di
Giacobbe- Castelletto ore 21,00 si terrà l’incontro per i genitori
dell’infanzia dal titolo: “ Bambini e limiti. Sentirsi al sicuro e crescere
forti”
Incontro con il dott. Daniele Novara – Cuggiono palazzo
Kuster 02 febbraio 2012
I genitori sono un elemento fragile all’interno della
società, la famiglia in Italia dispone di scarse risorse, questa situazione si
acuisce nei casi di genitori separati.
In generale il settore educativo è in crisi , le classi dove
i nostri figli dovrebbero imparare sono in sovrannumero. In queste condizioni è
difficile stabilire un corretto processo di apprendimento. Registramio un calo
delle iscrizioni all’università del 9% e un giovane su cinque non studia e non
lavora.
Altro fenomeno che deve indurci alla riflessione è quello
del sovrappeso dei nostri ragazzi, gli studi ci dicono che c’è una relazione
tra questo fattore e un maggior rischio di tossicodipendenza.
Qual è la città italiana con il maggior tasso di natalità?
E’ Bolzano. Qui i servizi per l’infanzia sono coperti quasi totalmente dal
pubblico e una parte minore viene affidata alle tagesmutter ( letteralmente
significa, dal tedesco “mamma di giorno” si tratta di persone qualificate che
offrono il servizo di custodia dei bambini presso il proprio domicilio, questa
pratica ha una tradizione consolidata in Alto Adige).
La tendenza che va concretizzandosi è quella di un calo
demografico tra le 20-25enni e un’aumento di natalità per le 40-45enni con rilievi
del caso nella gestione infantile. Fare figli diviene così un evento come può
esserlo quello di una nevicata a Roma.
Un altro dato interessante è che i consumi infantili non
hanno subito l’effetto della crisi.
E’ interessante considerare che quando la crisi diviene
manifesta nel settembre 2011 la rivista “Donna moderna” decide di dedicare
un’intero inserto mensile di guida ai consumi infantili, questo quando in una
città ricca e benestante come Locarno si dà il via invece a un negozio dedicato
allo scambio di giochi e abiti usati, pratica salutare questa un tempo molto
diffusa e divenuta invece da noi desueta. Il figlio deve avere tutto nuovo ,
non è nemmeno concepibile il riutilizzo come si facevo una volta degli abiti dismessi
del cuginetto.
Questi esempi sottolineano che la gestione infantile è
vissuta in modo problematico.
Sarebbe auspicabile invece un ritorno ad una gestione
infantile basata su una certa austerità; dotare i bambini di un abbigliamento
pratico invece di abiti griffati da cui si ha come conseguenza una limitazione
della loro capacità d’esplorazione , di sperimentazione, laddove la
preoccupazione e rivolta a non sgualcire un’abito costoso.
Questo ci riporta ad un’altra immagine contigua a questa. Il
bambino sedentario. Questa è una figura innaturale di bambino. Abbiamo casi di
bambini soggetti a numerose allergie dovute al loro scarso contatto con la
natura, cui segue un circolo vizioso di limitazione ulteriore del contatto con
la natura e un acutizzarsi dei fenomeni allergici.
I bambini hanno bisogno di poche cose: presenza dei coetanei
( nel caso dei figli unici si rileva a volte una maggiore difficoltà nella
gestione ma una maggiore capacità di socializzare) e attività fisico pratiche; prima del
pensiero astratto viene la dimensione sensoriale è necessario e fondamentale
che i bambini sperimentino.
Sulla questione educativa in senso stretto: il genitore
spesso no educa perché è un genitore emotivo (eccessivamente
preoccupato che i figli non soffrano stiano sempre bene).
Un’esempio di disfunzionalità nel comportamento del genitore
emotivo è il caso del sonno: genitori che ritardano l’ora del sonno per giocare
con i figli che vedono solo rientrando tardi da lavoro, adducendo la necessità
primaria di quel momento di gioco rispetto al bisogno di sonno dei figli. Ecco
il genitore emotivo è quello che fa prevalere quest’aspetto quando invece, sia
il bisogno di sonno dei bambini, sia la necessità di regolare il momento in cui
occorre andare a dormire sono invece preminenti. Occorre qui ribadire che la
questione del sonno è fondamentale. Qui emergono due modalità differenti nel
comportamento del genitore: l’organizzazione emotiva che prevede una lunga
trattativa sullo spegnimento della televisione sulle letture pre sonno e una
lunga trafila di coccole infinite
l’altra è l’organizzazione educativa che stabilisce tempi e modi certi che
vengono abitudinariamente rispettati e che fanno prevalere il bisogno di riposo
del bambino agli altri.
Spesso l’organizzazione emotiva si trascina in esasperati
meccanismi di attenzione e riattenzione, che sfociano poi in rigidità di fronte
all’ostinata volontà di non addormentarsi del bambino o nel migliore dei casi
in un’addormentamento del genitore prima del figlio.
Altro esempio che viene riportato è il caso dello
spannolinamento notturno che non si capisce perché avviene in fasi successive a
quello diurno. Anche qui il genitore emotivo si muove con una disordinata
cautela che spesso poi sfocia in improvvise accelerazioni delle fasi di
emancipazione e sviluppo dell’autonomia.
Altro caso preoccupane stando ai dati che rilevano il
fenomeno è quello dei bambini che dormono ancora nel lettone con mamma e papà,
se può essere tollerato la presenza dei figli nel lettone fino ai tre anni. I dati
ci dicono che 3 bambini su cinque a sei anni dormono ancora nel lettone con
tutte le problematiche che questo fenomeno comporta.
Altro elemento di riflessione riguarda il caso di bambini
che alla pizzata di fine anno alla scuola primaria non sono liberi di tagliere
la pizza in autonomia quando l’uso e il coordinamento coltello e forchetta si
acquisice al quarto anno di vita.
Questi aspetti sono altrettanto importanti quanto gli esercizi di
pregrafismo, eppure spesso il genitore emotivo ne ignora il valore.
Se un bambino non dispone delle risorse che gli competono
per età, non è solo un errore educativo, è un danneggiamento nei suoi
confronti.
Altro esempio eclatante è quello dei bambini che comunicano
con i versi, mentre i genitori hanno acquisito incredibili capacità
decifratorie telepatiche delle volontà dei bambini , al bambino non è stata
data la possibilità di comunicare imparando vocaboli nuovi. Come si fa a dargli
questa capacità? accettando solo le richieste espresse (in base all’età) con un
linguaggio comprensibile..
Quando parliamo di genitori educativi perliamo di un
genitore organizzato, cioè che ha delle regole che si è dato e dà al figlio ( esattamente come quando si
guida la regola è una procedura, un elemento organizzativo). Non si tratta di dare ordini, perché
anche l’ordine d’autorità non è organizzato e nei suoi confronti si generano discussioni, c’è instabilità,
incertezza.
Mentre l’organizzazione è un fatto puramente organizzativo
che stabilisce gli spazi certi entro cui muoversi.
Ad esempio si stabilisce un’organizzazione rispetto alle
cose che si fanno nella giornata, orario del sonno, orario della televisione,
orario del pranzo e della cena.
I dati ci dicono che l’80% dei bambini cena con la
televisione accesa. Farà bene al bambino? Farà bene alla famiglia?
Ciò che viene mangiato con la televisione accesa non è
stato osservato , odorato, assaporato, il cibo viene ingurgitato senza che
assuma alcun valore.
Che la televisione accesa sia un’elemento per evitare
discussioni? Ma le discussioni attorno al tavolo sono un’importante aspetto
della vita familiare !
Occorre che il genitore conosca il le regole e il timing
(le fasi) dell’autonomia,
conoscenza questa un tempo data dal rapporto col pediatra.
Occorre cioè una corrispondenza tra la regola e la capacità
del bambino di supportarla. Per esempio occorre sapere in base all’età quanto
deve dormire un bambino, altrimenti ci troviamo con bambini di quattro anni che
dormono solo otto-nove ore, quando
il suo fisico e il suo intelletto ne richiederebbero almeno undici, con tutto quello
che questo mancato sonno comporta.
Occorre che il genitore sappia che oltre le due ore di
sonno pomeridiano si entra nel sonno profondo e diviene poi difficile e
disturbante interropere questo sonno, che potrebbe poi provocare una difficoltà
nell’addormentarsi la sera.
Come può e come fà a funzionare un’organizzazione?
Anzitutto con l’univocità della regola che vuol dire che le regole le devono
concordare e condividere i genitori, non può funzionare una regola che viene
affermata da un genitore e contraddetta dall’altra. Anche nei casi di genitori
separati è bene mantenere un’accordo sulle questioni educative.
I genitori dovrebbero ritagliarsi del tempo settimanalmente
per una riflessione sull’educazione dei propri figli.
Una questione che emerge spesso è quella della paghetta,
verso gli undici anni va bene iniziare a drae una paghetta ma che sia una e non
elargita da tutto il parentado col risultato che si trovano ragazzi con ingenti
somme a disposizione e non ancora tutti gli strumenti per gestirli.
Questione del dialogo con i figli: i genitori d’oggi
parlano anche troppo con i figli e troppo poco fra di loro.
Questione facebook: riporto il caso di un ragazzo che alle
media andava bene e poi si trova con un grave calo del rendiento scolastico,
genitori crucciati preccupazioni etc etc ponendo delle domande si scopre che il
ragazzo in questione ha 1800 contatti da gestire e li gestisce di notte. Anche
nell’uso del pc occorre stabilire delle regole.
La crisi nell’educazione è un po’ la crisi dei padri che
hanno duplicato il ruolo dell’accudimento, ruolo che è espresso dalla madre.
Così ci troviamo con una duplicazione dei ruoli accuditivi e con la carenza dei
ruoli formativi, dell’incitamento al coraggio all’avventura. Per questo nella
copertina del libro “Dalla parte dei genitori“ troviamo la figura del padre che
spinge il figlio nella prime esperienza con la bicicletta.
Diceva la Montessori:”aiutami a fare da solo”.
Questo è l’aspetto carente della attuale genitorialità che
a mio avviso è la crisi del ruolo paterno.
Diciamo che ci troviamo in una situazione in cui i padri
hanno imparato a fare le mamme ma le mamme non hanno imparato a fare i padri.
C’è bisogno invece che il padre torni a svolgere il ruolo
di figura che dà fiducia e coraggio al bambino nelle sua capacità , che lanci
all’eplorazione alla scoperta.
Nell’infanzia i bambini si modellano ai genitori mentre
nell’adolescenza si modellano ai coetanei. Nell’adolescenza c’è una spinta alla
trasgressione (es. sigarette nascoste che sono sempre di qualcun’altro)
nell’adolescenza le regole poi vengono facilmente trasgredite in questo senso
può essere utile la pratica del silenzio
attivo che fino a circa ai sedici anni dimostra una certa efficacia (non ne
parla in questo libro e si rimanda ad approfondimento del tema, quello qui
riportato è una breve presentazione del metodo) consiste nella sospensione
della cominicazione tra genitore e figlio. In genere dopo breve tempo il figlio
va dai genitori a chieder conto di questa sospensione. E’ un’alternativa alla sanzione privativa
che risulta poco efficace negli adolescenti .
Il silenzio attivo è una sorta di sospensione della
disponibilità eduactiva, partendo da un presupposto di fiducia nei nostri
figli, confidiamo nel bisogno che hanno ancora del consenso genitoriale.
Ritornando al bambino, cerchiamo di fare le mosse giuste
per consentire ai nostri bambini di affrontare le esperienze in modo libero. I
bambini hanno bisogno di fare giochi sensoriali, un bambino che non si sporca
quando gioca ci deve preoccupare, non l’inverso.
I genitori non educano più ma i occupano moltissimo dei
loro figli, pensiamo al genitore che fino atre anni porta il bambino sul
passeggino, se ne sta occupando moltissimo, visto il tempo che occorre per
preparae il tutto ma non lo sta educando a camminare in autonomia.
Ecco questa è
forse un po’ la sintesi di questa serata, la necessità che abbiamo di
insegnare a camminare da soli ai nostri figli.
“Dalla parte dei genitori” vuole essere uno strumento
per stare davvero dalla nostra parte sapendo le numerose pressioni e difficoltà
cui noi genitori siamo sottoposti, ma parte dalla fiducia nella capacità di noi
genitori e dei bambini di imparare.
Quanto scritto è frutto di appunti presi spontaneamente nel corso della
serata, passibile quindi di imprecisioni non attribuibili al dott. Novara.
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